Giovanni Battista Capanna ou ‘Capanna senese’ () : peintre qui, « selon certaines sources anciennes fut le premier professeur de Domenico Beccafumi, est toujours un personnage insaisissable et mystérieux. On sait qu’il s’appelait Giovanni Battista, fils d’un Giovanni di Lorenzo, et il est documenté [entre 1511 et 1538] dans divers rôles institutionnels pour la Compagnia dell’Abbadia Nuova di Sotto, qui fait partie de la Contrada del Nicchio, à laquelle il appartenait certainement, et sur le territoire duquel il a passé sa vie. » [1]Alessandro NESI, Carlo MEONI, « Il Capanna Senese e gli esordi di Domenico Beccafumi », Florence, Maniera, 2019
Ciò si deduce poiché la sua terza moglie, Cassandra, che lasciò vedova nel 1540, risulta abitante presso la chiesa di S. Maurizio, oggi non più esistente ma che era situata proprio in tale contrada.
Le altre sue due mogli furono Maddalena Carlarioli, sposata nel 1526, e una Virginia della quale (come per la terza) si ignora il cognome e che portò all’altare nel 1531 3. Diverso è il discorso sulla sua personalità artistica, che non ha mai suscitato grande interesse. Ma si direbbe che ciò sia accaduto per una precisa volontà della critica, tutta presa dall’individuare le opere d’esordio del suo geniale allievo precedenti l’Incontro tra i santi Gioacchino e Anna alla Porta Aurea (1513) (fig. 19), affrescato nell’ex Cappella del Manto dell’Ospedale senese di S. Maria della Scala. Questo processo ha dato vita a un’intricata girandola di aggiunte e sottrazioni al catalogo del Beccafumi giovane, finendo per trasformarlo in una sorta di “cestino della spazzatura” di zeriama memoria e portando a riferirgli opere non sue, che spesso non coincidono neppure tra loro per stile, tra le quali figurano anche alcuni dipinti spettanti proprio al Capanna. Il culmine di tale attitudine è nel catalogo della mostra tenutasi a Montepulciano nel 2017 e non a caso intitolata Domenico Beccafuni, l’artista da giovane, nella quale si sarebbe dovuto a nostro parere fare chiarezza sull’argomento mediante l’importante ritrovamento del documento che consente di riferire con certezza a Domenico e datare al 1507 lo stendardo con Sant’Agnese da Montepulciano nel locale Museo Civico (fig. 20) 3. Ma ciò non accade, e diventano lavori del Beccafumi giovane appunto le opere del Capanna, che in parte gli erano già state riferite, ma anche quelle del cosiddetto
“Maestro dell’Adorazione Feigen”, un artista non privo di inflessioni genghiane il cui catalogo si ricostruisce invece molto bene accostando al “name piece”,», una replica in collezione privata a Torino, e inoltre una Madonna col Bambino nei Musei del Castello Sforzesco di Milano, già attribuita proprio al Genga, e una Madonna col Bambino e san Giovannino in S. Francesco a Mercatello sul Metauro (PU) 1. Vengono ascritti alla prima attività del Beccafumi anche alcuni affreschi frammentari provenienti dal Palazzo senese di Pandolfo Petrucci (o ancora conservati in loco), la Sacra Famiglia di un anonimo ispirato a cose fiorentine vicine a Fra Bartolomeo °, e il bel Ritratto di giovane musico di collezione privata a New York, al quale il primitivo nome proposto di
Notes
1↑ | Alessandro NESI, Carlo MEONI, « Il Capanna Senese e gli esordi di Domenico Beccafumi », Florence, Maniera, 2019 |
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