
Repères historiques
Lungo l’antica via francigena o romea sulla sponda destra dell’Asso ebbe vita fra il IX e il X secolo il castello di Torrenieri, quando instaurato sotto la dominazione de’ Franchi, il feudalesimo, si videro sorgere numerosi castelli feudali nel territorio senese. Il nome Turris Nerï da un indizio del primo fondatore che forse fu un Ranieri de’ Signori di San Quirico, come ritiene Emanuele Repetti,[1] oppure un Ranieri della potente famiglia dei Cacciaconti, secondo Giovanni Antonio Pecci;[2] come ultima ipotesi Torre Nera, per il colore scuro della pietra con cui la torre è costruita, l’appellativo di “nera” potrebbe essere anche dovuto ad un incendio. Quale che sia la sua origine, comunque fu certo anteriore al mille come si rileva dall’itinerario percorso nel 990 dall’arcivescovo di Canterbury Sigerico, quando succedendo nella sede londinese ad Edelgardo, si recò a Roma per prendervi il pallio.[3]
Nel viaggio di ritorno vi effettua la XIII sosta, e chiama nel suo diario il luogo “Turreiner”, stazione di posta dove conveniva fermarsi per approvvigionamenti. Intorno al X-XII secolo vengono edificate le mura di cinta attraversate da due pubbliche porte, una verso Siena ed una verso Roma, i cui avanzi erano ancora visibili nella metà del XVIII secolo.[2] Durante il periodo medioevale Torrenieri formava comune a sé ed aveva assunto una certa importanza essendo inserito nel 1208 fra i castelli soggetti a Siena che dovevano pagare un’imposta straordinaria di L. 50, (una delle maggiori) istituita dal governo di quella città per far fronte alle spese di guerra. A causa della sua posizione strategica lungo la via Francigena, come sbocco e crocevia verso la Val d’Arbia, la Val d’Orcia, la Val di Chiana e la zona amiatina e per mancanza di difese naturali il castello fu spesso saccheggiato e devastato dagli eserciti di passaggio. Nel 1235 il borgo fu incendiato dagli orvietani.
Nel 1295, quando a motivo di confini, si erano acuite fra Torrenieri e Montalcino le discordie, dalle quali nascevano di continuo risse, ferimenti e uccisioni, i Signori Nove Governatori della Repubblica di Siena intervennero con premura nel dissidio stabilendo le confinazioni. Un altro dei numerosi assalti sostenuti dal castello di Torrenieri fu quello che ebbe luogo nel 1316, quando una schiera di duemila fanti e mille soldati a cavallo riaccompagnava in patria, ad Arezzo, la nuora di Uguccione della Faggiola, il celebre condottiero che resosi signore di Pisa e di Lucca, aveva vinto i fiorentini nella battaglia di Montecatini, (dove era rimasto ucciso suo figlio Francesco), visto l’audace divieto di entrare nel castello, lo assalirono ed incendiarono ed i difensori in parte furono uccisi ed in parte condotti prigionieri (per i quali fu pagato un riscatto di 600 fiorini), non furono risparmiate neppure le donne, le vecchie e le brutte, per irrisione, furono lasciate ignude o in camicia mentre le più giovani e più belle vennero trascinate ad Arezzo.[4] La Repubblica di Siena mossa a compassione dai gravissimi danni toccati agli abitanti del castello, esonerò la comunità da tutti i dazi e balzelli. La rocca di Torrenieri, rimasta in parte distrutta, subì a breve distanza nuovi danneggiamenti, quando i Tolomei cacciati da Siena, assoldarono truppe nel fiorentino e fuorusciti orvietani ed aretini, ed occupate Sinalunga e Torrita, cavalcarono a Torrenieri, “…guastando, prendendo prigionieri e prede ed ardendo case”. Nel 1330 si svolse nel borgo di Torrenieri un altro fatto di sangue, da parte della casata dei Tolomei, che seguiti da più di quaranta cavalieri uccisero Messer Benuccio Salimbeni.
Nel 1350 circa Torrenieri fu ricordato dal Boccaccio nella novella IV della IX giornata del decamerone. “Deh, fallo, se ti cal di me! perché hai tu questa fretta? Noi giugnerem bene ancora stasera a buonora a Torrenieri … senza più rispondergli, voltata la testa del pallafreno prese il camin verso Torrenieri”. Nel 1371 Siena decise la costruzione di una fortezza. Tra il 1384 ed il 1408 Siena fece potenziare le fortificazioni di Torrenieri costruendo a guisa di fortilizio guardastrada il palazzo de’ Ballati detto anche posta Vecchia, sul piano tra l’antico ponte (7) dell’Asso e l’antico castello, quattro torri angolari una per cantonata con base fortemente scarpata interamente in laterizio limitato nella parte alta da un robusto cordone in pietra e dotati di balestriere, con fossato tutt’intorno come si vedeva poco più di un secolo e mezzo fa, e di cui rimangono adesso solo i due in facciata. Sul fianco ovest si notano dei contrafforti relativi ad un intervento di consolidamento eseguito in epoca posteriore. Alla metà del secolo XVI, la cavalleria imperiale di Carlo V, ottenuto il passo attraverso lo Stato della Chiesa, si accinse ad invadere il territorio senese dalla parte della Val di Chiana, occupando senza contrasto Lucignano, Montefollonico e dopo il 1552 anche Pienza, da dove eseguì una scorreria fino a Torrenieri espugnando il castello e facendo razzia di bestiame. Con la caduta della Repubblica di Siena, anche Torrenieri perdette di importanza diventando un modesto borgo. Torrenieri, già castello e comune autonomo con la riforma del 1777, diviene frazione del comune di Montalcino.
Le long de l’ancienne via francigena ou romea sur la rive droite de l’Asso, le château de Torrenieri prend vie entre le IXe et le Xe siècle, lorsqu’il s’établit sous la domination des Francs, la féodalité, on voit s’élever de nombreux châteaux féodaux en le territoire siennois. Le nom Turris Nerï donne une indication du premier fondateur qui était peut-être un Ranieri de’ Signori di San Quirico, comme le croit Emanuele Repetti [1]Emanuele Repetti, Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana, vol. 5, Firenze, E. Repetti, 1833, consultable en ligne. ou un Ranieri de la puissante famille Cacciaconti, selon Giovanni Antonio Pecci;[2] comme une dernière hypothèse Black Tower, en raison de la couleur sombre de la pierre avec laquelle la tour est construite, le nom “noir” pourrait également être dû à un incendie. Quelle que soit son origine, elle était cependant certainement antérieure à l’an mille comme en témoigne l’itinéraire parcouru en 990 par l’archevêque de Cantorbéry Sigerico, lorsqu’il succéda à Edelgard au siège de Londres, il se rendit à Rome pour prendre le pallium.[3]
Au retour il fait un arrêt [2]Le numéro XIII de son journal de voyage., et appelle le lieu « Turreiner », un relai de poste où il convenait de s’arrêter pour se ravitailler. Autour des Xe-XIIe siècles, les murs de la ville ont été construits et traversés par deux portes publiques, l’une vers Sienne et l’autre vers Rome, dont les vestiges étaient encore visibles au milieu du XVIIIe siècle.[2] Pendant la période médiévale, Torrenieri formait une municipalité en soi et avait pris une certaine importance en s’insérant en 1208 parmi les châteaux soumis à Sienne qui devaient payer une taxe extraordinaire de L. 50, (l’une des plus importantes) établie par le gouvernement de cette ville pour faire face aux dépenses de guerre. En raison de sa position stratégique le long de la Via Francigena, en tant que débouché et carrefour vers le Val d’Arbia, le Val d’Orcia, le Val di Chiana et la région d’Amiata et en raison du manque de défenses naturelles, le château a souvent été pillé. et dévasté par le passage des armées. En 1235, le village fut incendié par les habitants d’Orvieto.
En 1295, lorsque la discorde entre Torrenieri et Montalcino s’est intensifiée sur les frontières, d’où des bagarres, des blessures et des meurtres ont surgi continuellement, les seigneurs neuf gouverneurs de la République de Sienne sont intervenus à la hâte dans le désaccord en établissant les frontières. Un autre des nombreux assauts soutenus par le château de Torrenieri fut celui qui eut lieu en 1316, lorsqu’un groupe de deux mille fantassins et mille soldats à cheval accompagna la belle-fille d’Uguccione della Faggiola chez elle à Arezzo, la célèbre chef qui s’est fait seigneur de Pise et de Lucca, avait gagné les Florentins dans la bataille de Montecatini, (où son fils Francesco a été tué), étant donné l’interdiction audacieuse d’entrer dans le château, ils l’ont attaqué et brûlé et les défenseurs ont été en partie tués et en partie faits prisonniers (pour lesquels une rançon de 600 florins a été payée), même les femmes n’ont pas été épargnées, les vieilles et laides, par moquerie, ont été laissées nues ou en chemise tandis que les plus jeunes et les plus belles étaient traînées à Arezzo.[4] La République de Sienne, émue de compassion par les dommages très graves subis par les habitants du château, exempta la communauté de tous droits et prélèvements. La forteresse de Torrenieri, qui a été en partie détruite, a subi d’autres dommages à une courte distance, lorsque les Tolomei, chassés de Sienne, ont engagé des troupes dans la région florentine et ont exilé les troupes d’Orvieto et d’Arezzo, et ont occupé Sinalunga et Torrita, se sont rendus à Torrenieri, “… gâter, faire des captifs et piller et incendier des maisons”. En 1330, un autre événement sanglant eut lieu dans le village de Torrenieri, par la famille Tolomei, qui, suivie de plus de quarante chevaliers, tua Messer Benuccio Salimbeni.
Vers 1350 Torrenieri fut rappelé par Boccace dans l’histoire IV du IX jour du décameron. “Oh, fais-le, si tu m’aimes! Pourquoi es-tu si pressé? Nous atteindrons à nouveau Torrenieri ce soir de bonne heure … sans plus lui répondre, il tourna la tête du ballon et prit le chemin vers Torrenieri”. En 1371, Sienne décide de construire une forteresse. Entre 1384 et 1408, Sienne fit renforcer les fortifications de Torrenieri en construisant le Palazzo de ‘Ballati, également connu sous le nom de Posta Vecchia, comme forteresse de garde de la route, dans la plaine entre l’ancien pont d’Asso (7) et l’ancien château, quatre tours d’angle par angle avec une base fortement inclinée entièrement en brique limitée en partie supérieure par un robuste cordon de pierre et munie d’une arbalète, avec un fossé tout autour comme on le voyait il y a un peu plus d’un siècle et demi, et dont seuls les deux sur la façade. Sur le côté ouest, vous pouvez voir quelques contreforts relatifs à une intervention de consolidation effectuée dans une période ultérieure. Au milieu du XVIe siècle, la cavalerie impériale de Charles Quint, ayant obtenu le passage par l’État de l’Église, entreprit d’envahir le territoire siennois du côté du Val di Chiana, occupant sans opposition Lucignano, Montefollonico et après 1552 aussi Pienza, d’où il a effectué un raid jusqu’à Torrenieri en conquérant le château et en faisant le pillage du bétail. Avec la chute de la République de Sienne, Torrenieri a également perdu son importance en devenant un modeste village. Torrenieri, anciennement château et municipalité indépendante avec la réforme de 1777, est devenue une fraction de la municipalité de Montalcino.
Centres d’intérêt
Palazzo de’ Ballati o della Posta Vecchia
Monastero di San Piero ad Asso